07 marzo, 2007

Ancora una notte di pensieri

E' passato il mal di denti. Ieri il dentista mi ha torturato per mezz'ora. Il dolore si è protratto fortissimo per le successive due ore, tanto che mi son regalato un bel cellulare nuovo (tanto il mio si era rotto e teneva pochissimo la carica) con il quale ho mandato il primo mms della mia vita. La foto di un mio dipinto. Eclissi.



Però però nonostante tutto facesse presagire un notte di sonno dopo almeno 3 o 4 notti insonni di dolore allucinante (perchè il mal di denti viene quasi sempre di venerdi?) non ho dormito... neanche un minuto.

Pensieri per te.

Pensavo, pensavo a te. Pensavo a quando dici che nessuno ti ama e che quindi non mi consideri facente parte del mondo degli esseri umani. Pensavo a quando con la massima tranquillità definisci i miei sentimenti senza speranza. E' vero lo so. Non c'e' bisogno di ricordarlo ogni momento. Pensavo al tuo volto in cui vedo il mondo. Pensavo a come sia bello accarezzarlo. Pensavo al tuo corpo, per cui provo un'attrazione a volte indecente e a come sia bello abbracciarlo e stringerlo forte. Pensavo al tuo sorriso luminoso e alle tue lacrime tristi. Pensavo alla tua forza che credi di non avere. Pensavo alle incomprensioni passate, che forse non erano incomprensi ma tuoi adattamenti ai pensieri di altri.
Pensavo a quello che mi dice lo psi. Al fatto che devo prendere in considerazione la possibilità che non passino mai questi miei sentimenti. Non posso pensare che lui mi 'guarisca' perchè non ho nessuna malattia, ma solo tanto dentro che deve uscire in qualche modo.

Pensieri per me.

Poi ho pensato al mio fuori e al mio dentro e allora sono tornato bambino e quindi i pensieri sono passati a me piccolo indiano con la penna di gallina in testa.
E allora mi è venuto in mente che una volta sono entrato nella cuccia di un cane (i cani di campagna non sono tenuti molto puliti..) e ho cominciato ad abbiaiare perche pensavo così di capire cosa si prova ad essere un cane.. mi sembrava importante saperlo, e a quanto ha brontolato la mia zia quando ho fatto ritorno a casa. Cacciato nella vasca da bagno immediatamente per il puzzo che mi ero appiccicato addosso. Ogni tanto la zia me lo ricorda ancora ....

Poi i pensieri sono passati ai libri che leggevo e adesso vedo con chiarezza perchè mi piacevano.
Mi piacevano le avventure di Tom Sayer che era orfano (fortunato lui) e viveva con una zia che brontolava ma tanto per fare (il livello di castigo che vigeva in casa mia era altro) e che faceva un sacco di cose in libertà.
Mi piacevano i libri di avventura in cui se i protagonisti erano bambini erano orfani, o altrimenti i luoghi di svolgimento del racconto era lontanissimo e parlo dell'Isola del tesoro, di tutti i libri di Salgari.
Mi piacevano i libri di fantascienza e sognavo un giorno di andare a vivere in un pianeta lontano ma molto lontano (volevo scappare?)
Mi piaceva anche Davide Copperfield che aveva un padre che lo frustava se non sapeva le cose (e io mi ci riconoscevo) ma che presto presto, ancora bambino se ne va di casa e si costruisce un'altra vita piena di persone che gli vogliono bene.

Poi mi sono messa a pensare alla mia fuga da casa a 14 anni ...

Ma qui comincia poi un'altra vita