Sogno
Ero tutto vestito di nero. Era notte. Ero in campagna. Dalle parti di mia nonna. Ma in mezzo ai campi. Ero in una casa in pietra. Piena di stretti corridoi e di scale. Non sarei dovuto uscire. Anzi c'erano persone che mi cercavano per non so che cosa. Nemici. Altri che vegliavano che non uscissi. Ma io. Trasformandomi da uomo a donna e da donna a uomo in continuazione e col mio vestito nero e scuro eludevo tutti. Non mi riconoscevano subito. E il tempo che impiegavano per realizzare chi ero mi dava il vantaggio sufficente per essere già fuori. Alla luce della luna che illuminava l'erba. A svolgere la mia missione che non so quale fosse, ma che era importante.
Poi mi sposto in un castello vero e proprio. Con un sacco di fiori. Ancora tante scale. Saloni e corridoi stretti. Passaggi segreti. Con me ci sono altri quattro anche loro in continua mutazione tra una identità e l'altra. Ma stiamo compatti. Tutti vicini. Ci aiutiamo per sconfiggere il nemico.
Ma il nemico è un'altro gruppo speculare ed identico. Che ha dei codici segreti che cambia a tutti i telefoni ogni giorno per nascondere la comunicazione. Ma io ho un foglio con i codici di ogni giorno anche futuri. Che non devo perdere perchè è il mio vantaggio su di loro che non sanno che io capirò sempre le comunicazioni per quanti cambiamenti facciano ogni giorno.
Nascondo il codice nelle mutande.
Ma poi invece sono nemici perche mentre sorridono badano a cambiare i codici delle comunicazione ed allora niente resta chiaro nei rapporti e tutto diventa confuso. Solo il codice. Solo il vantaggio del non riconoscimento immediato. Solo la compattezza del gruppo. Solo lo stare vicini. Solo il sole. Solo i fiori.
Risveglio alle 3 e 24.
Però il castello è bello. E la luna la notte nei campi lo era ancora di più. E il sole che illumina tutti questi fiori contrasta con noi cinque vestiti di nero con i nostri mantelli che sembriamo di un'altra epoca.