25 novembre, 2007

C'era una volta.. (parte 6)

puntate precedenti:

- Parte 1
- Parte 2
- Parte 3
- Parte 4
- Parte 5


Mentre il principe metteva a scaldare l'acqua nella pentola che aveva MAGICAMENTE trovato dietro un albero su un fuoco che aveva acceso con un acciarino prestato da una favola di Andersen, il salice piangente continuava a lamentarsi.

Era talmente chiuso nel suo dolore, che non distingueva chi lo avrebbe aiutato da chi lo avrebbe deriso.

-Ahibè ... ahibè.. ahibè.. e un sospiro che zittiva tutta la natura intorno

Era una situazione davvero difficile. Ma nelle inquietitudini e nelle stranezze e nelle sofferenze della sua vita, il principe aveva imparato ad essere paziente e a vedere il lato positivo delle cose.. per esempio, quel lamento poteva servire a tenere lontane anime senza cuore, che mal sopportano il dolore altrui, rendendo bonificata questa bellissima radura...

Quando l'acqua cominciò a bollire il principe avvicinò la pentola fumante sotto i rami del salice. A questo punto le lacrime diventarono davvero copiose, lacrime miste a umori maligni che scappavano dai rami stanchi del salice.. Il salice che piangeva come un bambino per sentire il suo respirare farsi via via più libero. Il principe che lo rincuorava con parole di speranza.
- Putroppo - gli disse - il mio rimedio è solo temporaneo e quando sarà passato l'effetto ti tornerneranno i rami tappati. Per evitare questo dovrai sottoporti a questa cura, per sempre. Ogni giorno della tua vita.
- Lo farò - rispose il salice non più piangente ma ora sorridente - Ho ritrovato me stesso e la gioia di vivere, non voglio tornare indietro
- Ma i tuoi amici non ti riconosceranno, vedranno un salice sorridente e non rivedranno il salice piangente che conoscevano
- Ma io non avevo amici, mi scansavano tutti... Forse ora ne troverò.
- Ogni giorno della tua vita, questa cura va ripetuta fino alla fine dei tuoi giorni.
- Sorriderò fino alla fine dei miei giorni! Grazie, dolce Principessa...
- Ti confesserò, che paio principessa, ma sono principe. Il principe di tutti i principi. Più principe di molti. Ma sono anche un po' principessa.. per questo ho capito quale fosse la cura per te..
Sto andando alla ricerca di ciò che mi manca... Il mio cuore sente tante cose, e tutte le vuole seguire..
- Fai attenzione, principe. Il grande Drago...
- Lo so, lo.. farò attenzione, adesso vado, che la mia strada è lunga e non si ferma qui.


(continua...)

23 novembre, 2007

Non valgo un c....

Letteralmente

Non valgo un c.... (qualsiasi)

Letteralmente

19 novembre, 2007

C'era una volta.. (parte 5)

puntate precedenti:
- Parte 1
- Parte 2
- Parte 3
- Parte 4

Il principe percorreva il sentiero con tutti i fazzoletti di carta, ogni tanto gliene cascava qualche pacchetto e doveva fermarsi a raccoglierlo.
Sembrava un giocoloriere equilibrista con tutti quei pacchetti e la spada ad un fianco e il cavallo che se la rideva bene bene. Era contento del suo principe/principessa che lo trattava sempre bene, lo faceva sentire un cavallo nobile...
Passando sentieri, attraversando ruscelli, ascoltando le mille voci della natura arrivarono davanti ad un lago, in un prato morbidissimo, dove camminare era come danzare.. e subito sentirono dei terribili singhiozzi che rompevano il silenzio.
-Ahibè ... ahibè.. ahibè.. e un sospiro che zittiva tutta la natura intorno
Doveva essere il salice piangente, era proprio disperato..
Il principe si avvicinò piano... ma il salice aveva manie di persecuzione e pensava che tutti volessero tagliargli il tronco, o aggrapparsi ai suoi rami per giocare a tarzan.. o semplicemente ridere di quei suoi rami così privi di muscoli e di quella chioma così diversa.
Appena il principe si fu avvicinato il salice urlò
- Chi ziede? Coza volede? Che vi ho faddo di bale? Berchè bi guaddate bale, io zono cozì zolo zembre e non dò bai noia a nezzuno e duddi ce l'hanno con be..
- Io non vi conosco come posso avercela con voi?
- Ba bi vedede e ridede, cobe duddi....Ahibè ... ahibè.. ahibè.. e un altro sospiro che zittiva tutta la natura intorno

Questo è un salice piangente e raffreddato.. pensò il principe.. preparerò un fuoco e metterò dell'acqua a bollire.. il vapore dovrebbe un pò dare sollievo..
E questo pensiero a dire il vero gli era venuto proprio perchè aveva quella parte che stonava, ma che ogni tanto ritornava utile.. e questo l'aveva capito da tempo, quando si era reso conto che il suo modo di vedere le cose e di pensare soluzioni era un tantino scostato da quello dei suoi compagni di gioco... non migliore, non peggiore, ma diverso.
E questo a volte aveva la sua utilità.

(continua...)

17 novembre, 2007

Come sei diventato blogger?

Come sei diventato blogger?

NOMINAT* da Adamo

... ma lo discolpo perchè sa che non temo niente e niente mi stressa..

Queste le domande

1) Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?

Semplicemante e banalmente, l'amore. Il voler tirare in qulche modo fuori tutto quello che sento dentro (mare dentro mare fuori). Il tirare fuori quello che non si può dire che a volte da noia. Il bisogno di ricordare me e i miei sentimenti, i miei pensieri. Per me prima di tutto. Non aveva abilitati i commenti questo blog, all'inizio. Li ho abilitati perchè mi avevavo espresso il desiderio di commentare.. E mi fa piacere ricevere commenti, lo ammetto. Anche se la scrittura è di condivisione di ciò che sento dentro o di poesie, canzoni che in quel momento muovono tante correnti nei fondali del mio mare dentro...

2) Il tuo primo post?

Questo è facile.. basta riprenderlo.. Settembre 2006... Tantissimi mesi fa eppure dentro di me nulla è cambiato anche se dentro di me tutto è cambiato. Strano ma vero.

Ogni istante

Ho creato questo blog
Per tutte le ore che non riesco a dormire
Per tutti minuti che guardo il soffitto
Per tutti i secondi che non riesco a ignorare
Per tutti i giorni
Per tutti i mesi
Per tutti gli anni

Io voglio il mare io sono il mare


3) Il post di cui ti vergogni di più?

I post targati 'io cattivissimo'.. Ma non cancello nulla. Non si può sempre essere buoni per forza.
A volte si ha bisogno anche di sfogare i sentimenti negativi che nascono dal sentirsi distrutti dentro, una sorta di autodifesa, quando ti senti che non sei niente.

4) Il post di cui sei più fiero?

Sono fiero dei post targati 'Io mammo', perchè le mie meraviglie sono quanto di più bello abbia.

E ne vado veramente fiero. Ma veramente.

E ora passo la palla alle seguenti persone che poi sono i miei link forniti di immagine a fianco escluso il mio personale nominatore...

so che TUTTI i bloggher di Italia vorrebbero essere da me nominati, ma purtroppo devo fare solo 5 nomi, e quindi gli esclusi non se la prendano, non recriminino, non si domandino...


Passo la palla a :



Quore ci sei?
ooooooooooooooooolaaaaaaaaaaaaaaaaa

Lux non te la prendi vero? ooooooooooooooooolaaaaaaaaaaaaaaaaa

RossellaO raccontaci dai..ooooooooooooooooolaaaaaaaaaaaaaaaaa

Luca e Toner ooooooooooooooooolaaaaaaaaaaaaaaaaa

Lodger? Non fare finta di non sentire.
ooooooooooooooooolaaaaaaaaaaaaaaaaa


15 novembre, 2007

Due sogni

Sono su un foglio tridimensionale. Lo spazio è bianco. Ed io sono una immagine bianca. Virtuale.
Sto lottando con altre immagini. Sto lottando su un ottovolante. Io ho paura delle giostre. Tutte.
Lotto sapendo di avere paura. Lotto. Io immagine bianca nel bianco, per diventare un vascello volante. Perchè quando avrò avuto la mia immagine di vascello, potrò volare.


Sono su un prato. Dove ci sono anche diversi alberi, ma tutto è ordinato e preciso. Davanti a me un lago. Bellissimo. Intorno montagne. E' estate. E' pomeriggio tardi. Quando la luce diventa complice. Ed è bellissimo il prato che finisce nell'acqua violetta ed intorno le montagne azzurre e la luce che è calma. E' tutta pace. Faccio qualche foto. Ma non troppe. Mi perdo a guardare questo panorama. E vorrei farlo vedere a tutti quanto è bello, per questo faccio le foto. Poi squilla il cellulare. E' un'amica del mare. Mi chiede se poi ho organizzato la cena. Ed io rispondo che no, non ho fatto niente e non ho neanche più voglia di fare niente nè di vedere nessuno. Che ora sono in un posto bellissimo e ci vorrei restare ancora. Che ci risentiremo, ma non so quando.
E il lago è sempre li. Col suo colore magico che si perde nel cielo e nelle montagne in fondo, in un tardo pomeriggio estivo.

12 novembre, 2007

C'era una volta.. (parte 4)

puntate precedenti:
- Parte 1
- Parte 2
- Parte 3

.. mentre l'oscurità calava e tutti gli alberi del bosco diventavano neri e stagliavano precisi i loro rami e le loro fronde nel cielo che imbruniva il Principe cominciava ad essere stanco.

Per quanta forza di volontà avesse a volte il suo fisico cedeva e sentiva proprio bisogno di riposarsi.

Trovò un albero cavo, tutto pieno di muschio e decise di dormire un poco.. solo un poco prima di ripartire. Si accucciò come in un ventre materno e si addormentò. Sognò che correva libero, pieno della sua essenza e che nessuno lo guardava male. Sognò un mare di luci e di colori che inondavano il suo cuore. Sognò di volare sul mare. Sognò di camminare per ampie strade.
Sognò fino a che la luce del sole ormai alto non bussò prepotentemente sulle sue palpebre.
Si alzò. Il suo bianco cavallo pascolava tranquillo.
Lasciò che il nuovo giorno entrasse dentro di sè e partì.

In poco tempo, di buon umore per la bella dormita arrivò alla quercia dai rami tremolanti.. Tremavano davvero.. Chiese alla quercia che cosa avesse...
- Signora Quercia come mai i suoi rami sembrano fatti di panna cotta?
- Ahimè son colpita da maleficio. Sono quercia con rami da salice piangente
- (Somiglia al mio questo maleficio..) E' stata per caso una fata stonata?
- Non so chi è stato, non so com'è stato .. Ah se lo sapessi potrei guarire, potrei difendermi
- Difficile difendersi da ciò che non si sa. Ma difficile difendersi anche da ciò che si sa.
- Non ho speranza allora?
- No nessuno è senza speranza. Basta accettarsi come si è. I tuoi rami di panna cotta sono unici al mondo.. Ci pensi? Lascia perdere le altre querce e gli altri salici..
- Non è facile mia bella principessa..
- No non è facile ... mia quercialice

Intanto si era avvicinato un venditore ambulante pieno di oggetti e oggettini... Voleva vendere un paio di orecchini e una collana abbinata al principe che proprio non ne voleva sapere..

- Piuttosto avete fazzoletti di carta?
- Si ne ho, quanti ne vuoi..
- Mah dammene 20 pacchetti
- Che raffreddore che hai? he he he
- Mi servono per il salice piangente...
- Il salice piangente.. il salice piangente stregato .. mamma mia. Te li regalo tutti.. me li pagherai solo se tornerai..
- Ma no voglio andar leggero senza debiti. Tieni queste monete.. e grazie per il pensiero

Il venditore ambulante prese le monete. E scuotendo la testa guardo quella ragazza armata solo di una spada e con un cuore da leone andare a fianco al suo cavallo verso l'interno della foresta più buia. Dove ci si perde e ci si ritrova.
Ma ci si perde più facilmente di quanto si riesca a ritrovarsi..

(continua..)

10 novembre, 2007

Non vola più il mio cuore....

Ho perso il mio cuore con le ali
E non credevo
che fosse così importante

Mia figlia mi ha detto
"non ti preoccupare
forse è entrato dentro
ti è entrato dentro
e non l'hai perso davvero
ora ce l'hai sempre"

E io ho pianto.



08 novembre, 2007

C'era una volta ... (parte 3)

puntate precedenti:
- Parte 1
- Parte 2



Il grande Drago Bigotto aveva un alito molto molto puzzolente. Era proprio fetido. Il fumo che usciva dalla sua bocca era viscido come gelatina.. e chiudeva i cuori e gli animi.
Se ne stava sempre nascosto nella sua caverna a borbottare e borbottare.
Credeva di saper tutto e tutto voleva classificare. E ciò che non gli tornava lo voleva eliminare. Credeva agli occhi e non apriva mai quelli del cuore.
Guardava e non vedeva.
Vedeva e giudicava.
E sputava il suo fuoco puzzolente e col fumo copriva gli animi della gente.
Alcuni giovani prodi e giovinette coraggiose avevano provato, chi non le buone, chi con manifestazioni e cortei, chi con armi, chi con lacrime e dolore, ognuno con i mezzi che riteneva più adatti a aprire l'occhio del cuore che il drago aveva davanti al petto. Ma non c'era verso.
Nessuno lo voleva uccidere.
I coraggiosi non uccidono mai davvero.
Solo i pavidi uccidono i nemici
Gli impavidi non temono di sembrare troppo buoni.

E il nostro principe aveva un animo coraggioso. E una forza inimmaginabile
E tutta le sua forza lo rendeva fragile ai sentimenti più veri. Perchè tutto entrava dentro e non usciva più. Era fortissimo e fragilissimo.
Decise quindi di andare a cercare il Drago Bigotto.

Camminando nel bosco, accompagnato dal suo cavallo bianco come le nuvole incontrò una vecchietta.
- Mi scusi signora ..
- Signorina prego..
- Mi scusi, signorina ..
- Ma che vestiti porti? Che capelli tieni.. Non è da signorina a modo..
Il principe sospirò.. era abituato e fece finta di niente.
- Mi scusi, sto cercando la caverna del Drago Bigotto..
- Così conciata? Ma sei matta?
- Non sono matto..., per favore
- Avanti fino alla quercia dai rami trmolanti..., poi a destra fino al salice piangente.. Lo dovrai consolare per passare, porta un po' di fazzoletti.. poi devi attraversare il labirinto degli specchi e dopo arriverai alla buca delle parole dette a vanvera e non sarà facile perchè sono una quantità enorme..
- Non temo niente

La vecchietta se ne andò borbottando qualcosa sulla gioventù.
Ma il passo del principe si fece più risoluto mentre il giorno faceva posto alla sera.

(continua...)

06 novembre, 2007

C'era una volta.. (parte 2)

Questa è la seconda parte della storia in C'era una volta .. (parte 1)




Lo specchio era il nemico principale, dopo le scarpette.. le scarpette proprio no. Le scarpette erano atroci, improponibili, importabili.

- Specchio specchio delle mie brame, cosa succede in questo reame?
- Tutto sembra capovolto, ma il mistero sarà risolto.
- Specchio specchio delle mie brame perchè non son come le altre dame?
- Tu sei tutto e tu sei niente, dentro cuore e fuori mente

Un giorno il Principe si recò dai suoi genitori e disse.. e sia. Mi mettero stupidi vestiti, ma solo del colore della notte più scura. E datemi scarpe da cavaliere che voglio correr come mi pare..
Perplessi i sovrani, vedendo tanta risolutezza accontentarono il principe dal corpo di principessa. E la notte confabularon di trovar presto un marito per costei..
Ma chi l'avrebbe presa? Così sgarbata a volte. Così sempre scompigliata, così poco incline ai lavori femminili, così risoluta nel prender le decisioni.
E comunque aveva in dote un regno non da poco. Qualcuno interessato probabilmente avrebbero trovato.
Ma naturalmente non lo trovarono.

Il principe continuava ad interrogare lo specchio

- Specchio specchio delle mie brame, cosa succede in questo reame?
- Tutto sembra capovolto, ma il mistero sarà risolto.
- Specchio specchio delle mie brame perchè non son come le altre dame?
- Tu sei tutto e tu sei niente, dentro cuore e fuori mente
- Specchio specchio delle mie brame ho il cuore pieno di lame...
- Esiton come te principesse dentro principi anche esse..

Allora il principe decise di partire alla ricerca della sua principessa nascosta in un principe o del suo principe nascosto in una principessa.. aveva proprio la mente confusa e non sapeva più chi era e cosa cercare. E il cuore cresceva, battendo sempre più prepotente e forte.
Andò dal Grande Mago del castello per chiedere aiuto e consiglio:
- Mago, per carità, ditemi, come potrò riconoscere la mia principessa o il mio principe che nulla so di me?
- Il cuore, lo senti come batte? Lui da dentro te lo dirà..
... ma sappi che numerose prove dovrai sopportare.... tutti odiano chi dice di esser principe e si mostra principessa.. e ti faranno dubitare del tuo cuore. E solo se sarà davvero forte e sincero arriverà in fondo.

Con poche cose, una spada d'acciaio puro e un cavallo bianco come le nuvole, il principe all'alba di una mattina nebbiosa partì.
Con la paura dell'ignoto, con l'attrazione dell'ignoto.

Verso mezzogiorno, su un prato vide due dame, al sole, che si scambiavan occhiate e risolini. In una delle due vide uno sguardo come il suo, quello dentro..
Si avvicinò piano
- Buongiorno, chi siete voi?
Lo guardarono storto. Cosa voleva questa ragazza vestita da maschio da loro? Che pretese aveva?
- Chi siete voi, vestita in tal modo....
- Io .. io.. io non lo .. io non lo so....
E scoppiò in un pianto disperato.
Le lacrime pulirono gli occhi e dagli occhi fece un timido capolino l'anima..
Allora una delle due disse..
- Lo so. Lo vedo e ti capisco. Io son simile a te. E questa è la mia principessa che ho trovato. Noi ci amiamo, ma ci dobbiamo nascondere, perchè c'e' un drago, il grande Drago Bigotto che ci dà la caccia. E' difficilissimo da sconfiggere. Perchè il fumo denso che esce dalla sua bocca si deposita su tutte le cose.. e le rende vischiose e false. E nasconde agli occhi dei più le anime delle persone.
Noi siamo fragili e non riusciamo a lottare... continua la tua strada, ma stai lontano dal Grande Drago Bigotto..

(continua)




05 novembre, 2007

Differenze

La differenza tra un genio e uno stupido
è che il genio ha dei limiti ...


(io non ho limiti)



04 novembre, 2007

C'era una volta.. (parte 1)

C'era una volta un principe. Quando nacque i genitori fecero una gran festa e invitarono un sacco di fate. Per intrattenerle organizzarono il gioco del karaoke.
Purtroppo una delle fate era stonata e pure un po' incattivita dall'età. Poiche le diedero da cantare pure una canzone come 'Felicità' di Albano e Romina, ci rimase molto male.
La notte al castello nella sua fantastica camera degli ospiti azzurra, che le avevano riservato, non riusciva a dormire.
Si rigirava nel letto in continuazione. Voleva vendicarsi. Per la storia del karaoke... Pensava e ripensava.. Era una fata stonata.. e quindi i suoi malefici STONAVANO le cose...
Al mattino se ne era già andata sogghignando ...

Il principe intanto cresceva, un po' mingherlino, non alto.. ma faceva tutto quello che fanno i principi. Giocava a calcio. Si travestiva da indiano. Giocava con pistole, spade, carrozze, soldatini. Andava sui go-kart casalinghi e si inerpicava sulle pietre del fosso che scorreva vicino... Immaginava di essere un pirata, libero da tutti i protocolli di corte, costruiva capanne nel bosco e fingeva di andare a caccia con le sue armi innocue.

Un giorno però il povero principe si rese conto del maleficio che aveva fatto la strega stonata.. il suo corpo cresceva e diventava il corpo di una Principessa.

Il re e la regina all'inizio non ci fecero caso. Non facevano mai caso al quello che faceva il Principe, bastava che non disturbasse le loro incombenze quotidiane, che per una coppia di sovrani non sono assolutamente poche.... anzi.

Poi quando si accorsero del problema, pensarono di essersi sempre sbagliati. Chiamarono il sarto reale e fecero vestire il principe con vestiti lunghi, pieni di merletti e lustrini, e di colori improbabili come rosa tenero, giallo di napoli chiaro, celeste bambino appena nato...

Il principe era disperato. Ogni volta che si guardava allo specchio credeva di morire..

(continua)

03 novembre, 2007

E oggi non è ieri

Stamani è bastato un pensiero, una immagine, un'idea, un incubo reale.
E' bastato quello. Perchè tutta la fuliggine si riposasse sopra tutte le cose.
E oggi non è ieri.

Giorni

Ci sono giorni che magari cominciano male. Ma male da morire. Perchè hai dormito poco, e hai sognato il peggio e quindi non ti sei riposato..
Ti svegli.. vorresti dormire, ma l'incubo della notte tornerebbe
Vorresti dormire ancora, ma sai che se lo facessi ti beccheresti un mal di testa da urlo (beccato .. ma sostenibile). Vorresti dormire ma sai che devi fare comunque un sacco di cose per la casa..
Ti alzi. Ti vesti. Bevi un caffellatte veloce. Esci a comprare il giornale.. lo sfogli, leggi qua e là lo stesso teatrino propinato dalla politica interna, le stesse irrisovibili tragedie delle guerre nel mondo, le banalità dei vip, i programmi dell' inutile televisione...
leggi e sfogli.. sfogli e leggi.

Stai male. Sai che stai male. Sai anche il perchè. Ma non ha importanza. E sai che non dipende da una scelta, ma da un sentire incompreso.
Sai che è uno di quei giorni in cui niente sembra avere un senso e che vorresti startene immobile nel letto a non fare assolutamente niente. Ma non puoi.

Non si può tutto quello che si vuole.
Come non si vuole solo quello che si può.


Poi invece tutto cambia.
E ti ritrovi nel sogno esattamente come lo senti, quasi come le vuoi. E senti scivolare via tutta quella fuliggine che ottenebrava il dentro. Stai lì nel sogno e non ti sembra vero, stai lì nel sogno e vorresti andare oltre.. ma non puoi. E allora ti limiti a guardare e a farti entrare dentro tutto il mare meraviglioso di cui non puoi più fare a meno

Sogno per vivere

Grazie al mio mare.


01 novembre, 2007

Senti-vere

Voglio sentivere
(sentire + vivere)

E so che potrei