01 febbraio, 2009

La banchina spezzata


Immagine da web

Sono sul mare. Davanti ad una banchina di legno che porta lontano, fino all'orizzonte. La banchina sembra sicura ed il mare è calmo. Il mio lavoro consiste nel ripescare le persone dal mare e portarle sulla riva. Ma poi all'improvviso tutto cambia. E la banchina si spezza. Vedo la fine, ma è separata dall'inizio. Il legno è scheggiato. E il mare sta diventando mosso. Mi chiamano al telefono. Mi dicono che sono in ferie e che devo fare tutto io. Ma la banchina è spezzata. Chiedo aiuto. Ma mi dicono che non vogliono essere disturbati. Che sono problemi miei e che devo fare il lavoro anche di chi non c'e'. Che sarebbe portare le persone nel fondo del mare. E poi fare il mio per ripescarle. Mi sembra assurdo. Tanto non sembra neanche che si accorgano di quanto ci sia dentro il mare. E' un battesimo inutile quello che dobbiamo fare. Inutile e mi sembra che non ce la farò mai. Ma comunque comincio e vado avanti. Piango. Ma vado avanti. La fatica è enorme. Le persone pesano tantissimo e sembrano neanche accorgersi di essere buttate in fondo al mare e poi ripescate ed adagiate sulla riva. Sono forte ma i miei muscoli sembrano cedere. Telefono. Chiedo aiuto. Dico che non posso fare tutto da sol*. Ma mi rispondono che non vogliono aiutarmi.
E io guardo la banchina spezzata pensando che il mare è ancora più lontano di prima.