28 ottobre, 2008

Sogno

Sono sulla spiaggia è giorno. C'e' una tempesta. Il vento fa volare tutto. Ma il mare è calmo. La sabbia vola negli occhi. Le cabine di legno vengono sollevate e si distruggono accanto a noi che siamo su una scalinata a guardare il mare. C'e' anche mia mamma che dice che forse è meglio andare.
Sulla strada è notte, è buio. Alberi secolari vengono sdradicati si sollevano e cadono pesantemente a terra. Sono immensi. Devo portare al sicuro le mie figlie. E' buio e tutto ancora vola. E si schianta a terra. C'e' un treno di legno, vecchio, scortato da militari, per portare via le persone. Salgo con le bambine. Non c'e' posto a sedere ma è di nuovo giorno. Ci sediamo in terra. Sale un uomo con due bambini. Piange. Gli chiedo perchè. Lui dice che si vergogna di essere su questo treno. Che ha detto ai suoi figli di dare un nome falso. Non vuole essere riconosciuto. Continua a piangere e io chiedo. Perchè? In fondo ci stanno portando da qualche parte per salvarci. Ma lui continua a piangere. Ma io mi sento che da qualsiasi parte si vada andrà meglio.

12 ottobre, 2008

Sogno

E' buio, è notte. Sono su un ottovolante con le mie bambine. Ho paura. Precipitare mi fa male. Mi terrorizza.
Ma loro sono felici e ridono. Siamo solo noi tre. E un uomo in divisa che guida. E precipitiamo. Precipitiamo. Poi cambia fermata. Salgono altri. Non mi vedono. Mi salgono addosso. Come se non ci fossi. Piango. Il guidatore, che è cambiato mi dice di scendere e di andare alla prossima stazione. E' buio. Sono scalz* e la prossima stazione, la vedo, è lontana. La strada è tutta piena di sassi appuntiti. Ed io a piedi nudi credo che non ce la farò. Ma ci devo arrivare, per loro che sono felici e ridono di questo gioco che per me gioco non è. Mi dicono vai, vai. Ti aspettiamo là. Scendo. Ma poi non comincio a camminare anche se so che devo farlo, perchè i sassi mi tagliano i piedi scalzi. E sanguinano. Nel buio. Nel freddo.