Devo seguire delle lezioni universitarie. Sono sui lungarni di firenze e cammino di fretta. I miei passi sono ovattati. Non c'e' nessuno. Vedo solo una mamma che di fretta porta il bambino a scuola. Guardo l'orologio. Sono in ritardo penso. Per questo camminano veloci. Arrivo all'ingresso dell'università- Si scende molto sottoterra. Ci sono diversi piani tutti uguali, ma ognuno organizzato in maniera diversa. Dove da una parte ci sono posti di ristoro, ad un 'altro piano ci sono biblioteche e ad un'altro ancora mini aule. Faccio notare alla mia guida (ho una guida, ma non la vedo e non so chi sia) l'organizzazione diversa in ogni piano. Arriviamo in fondo. Sembra un sottopassaggio. I posti che ai piani sopra erano organizzati qui sono completamente vuoti. Ancora devono decidere come riempirli. Ci sono meno studenti che ai piani più alti. C'e' una prima aula, c'e' un albero. E' buio dietro l'albero. Davanti all'albero una pozza d'acqua. Dietro l'albero la notte e una luna (ma che è anche sole) che piano piano sale. Quando sarà mezzanotte, quello diventerà un'opera d'arte un dipinto reale in tre dimensioni. Il riflesso di mezzanotte si chiama. Perchè la luna-sole riflettendosi insieme all'albero nella pozza d'acqua davanti creerà un risultato che lascia senza fiato. Vorrei fermarmi lì. E perdermi guardando l'albero e tutto il resto.
Ma nell'aula accanto, tutta illluminata c'e' la lezione che devo seguire. La tiene un mio collega di roma, alle soglie dela pensione. Un tipo tranquillo, a volte noioso ma che emana rispettabilità ed io l'ho sempre visto molto corretto e gentile. Mai arrabbiato. Non oltre la soglia che dovrebbe essere mantenuta sempre.
La lezione si intitola 'psicologia dei rapporti con gli altri'. Mi siedo e ascolto, ma non so quello che viene detto. Al termine chiedo se c'e' qualche libro sull'argomento per approfondire. Lui risponde che ci ha fornito la lista. E' vero dico io, ma la lista è pagine e pagine di libri. Non ho il tempo di leggerli tutti. Il mio tempo è limitato. Qualcuno più importante? Me ne segnala tre. Più un romanzo, una biografia (ma non so di chi). E questo quarto mi sembra il più importante. Infatti mi dice è difficilissimo da trovare.
Poi esco, insieme a tante persone. Ma per tornare a casa bisogna fare una strada completamente buia e piena di curve e di tornanti. Procediamo lentamente, ognuno con il suo mezzo che è una via di mezzo tra auto e bicicletta. Io divento nervoso e allora vado in cima alla fila e accendo gli abbaglianti di questo pseudo mezzo e comincio a filare senza paura su queste strade... Cavolo dico bastava accendere i fari abbaglianti, non c''e nessuno e se si vede meglio si può. Ogni tanto però i fari si spengono e devo rallentare, tirare qualche botta al cruscotto per fali riaccendere. Ma filo veloce. E alla fine arriviamo in una grotta completamente illuminata. E' piena di stallattiti e stallagmiti. E' bellissima. Tutti sono contenti e si complimentano per non aver avuto paura per la strada. Io penso solo che sono quasi a casa. Nella grotta trovo un mio pigiama. Non pensavo di averlo perso. Ma lo ritrovo e mi fa piacere.
Saluto tutti per avviarmi verso casa. Ma prima passo dalla spiaggia. Ora è giorno. E la spiaggia è troppo affollata. E il mare così non mi piace. E qualcuno si è anche preso il mio ombrellone. Allora non mi fermo. Guardo quella folla che non ama il mare, non lo guarda neanche, sta sdraita e basta. E me ne torno via da solo.