31 gennaio, 2007

Silenzio

Senza
Sonno

Stanotte

Studio
Strategie

Schiena
Sotto
Schiena
Sopra
Scomod*
Sedut*
Scomodissim*
Sdraiat*
Scrivo

Soffitto
Sveglia

Secondi
Scorrono
Severi

Soffitto
Sveglia

Soffitto

Sete
Scendo
Salgo
Senza
Sonno

Silenzio

Sentirsi
Sospesi

Sentirsi
Sogno
Senza
Speranza

Sentimenti
Sentimenti
Sentimenti

Soffitto
Sveglia
Soffitto

Sento
Sono

30 gennaio, 2007

Mi manchi

Non importa sottolineare tutti i giorni che non ci sarai... me li ricordo benissimo perchè non mi so gestire il vuoto enorme, incolmabile che mi causano dentro e fuori.
E mi viene il panico. Panico incomprensibile.
Basta il fine settimana.... figuriamoci un numero superiore a 3 giorni ..
Se poi aggiungo tutte le parole sentite e lette un paio di settimane fa ..

Mea culpa

29 gennaio, 2007

Lacrime a 90 Eu/h

Oggi ho portato l'anima un po' a piangere ... lo sapevo che avrei pianto. Non volevo all'inizio, volevo vincere io e farmi vedere forte senza lacrime. Entrando e togliendomi il giubbotto ho commentato l'arredamento del nuovo studio, come se fossimo vecchie conoscenze che si rivedono al di là del rapporto medico (lui) paziente (io... ma anche lui molto paziente a sopportare ...). Poi con una mossa astuta gli ho chiesto di lui e allora ha cominciato a parlare dei cambiamenti della sua vita ed io me ne stavo tranquillamente sulla comoda poltrona nera ad ascoltare, ogni tanto vagando nel mio altrove impossibile con la mente...
Poi improvvisamente lui si è fermato .. parliamo di lei invece .. come sta? Mi da del lei. Mi rispetta e rispetta davvero quello che sento, ci crede veramente nei miei sentimenti non li maltratta mai me li mostra come una porta aperta dentro di me, come un paradiso che fino a un po' di tempo fa io non conoscevo, come un qualcosa che prima o poi doveva accadere e mi dice che questa porta aperta non la potrò richiudere perchè ci sono dentro completamente...
Comunque io, ancora senza lascrime, racconto di come mi sento dentro e come questo contrasti con il fuori e racconto la mia infanzia, diversa, la mia adolescenza, stravagante, il mio matrimonio, assurdo, la mia forza sovrumana, il mio crollo non voluto inaspettato, rifiutato.
E poi ho detto il nome del mio disturbo e poi ho continuato mi vede?, mi vede come sono? Le sembro normale? Non lo sono. Lui mi vede e lo può dire. Ero la convinzione fatta persona. Ma lui con una calma terrificante ha portato controesempi su controesempi ha fatto domande insidiose, ha quasi, ma non c'e' riuscito del tutto, smontato la mia teoria. E poi c'e' arrivato, me l'ha fatto dire del perchè sento questa ineguatezza del fuori, del dentro, questo caos senza fine. Me l'ha tirato fuori insieme a tutte le lacrime che fino a quel momento avevo evitato di versare ... E' perchè avrei forse una piccola possibilità... Alla fine si torna sempre lì ho aggiunto prima che lo dicesse lui.
Poi volevo raccontagli la mia bravata di stamani, così la vedevo stasera, ma alla fine ho pensato che fosse meglio evitare... Ma non ho finito di pensare che sono arrivate le domande... Tantissime
Domande su domande su questa anima che ha inondato la mia e che mi ha spalancato queste porte dei sentimenti più veri. E mi ha chiesto come è, come la penso, cosa sogno quando la sogno e le mie lacrime non finivano più e ancora cos'a' che mi fa soffrire di più...
Cosa? E allora indietro all'inizio, l'inadeguatezza del mio fuori e lui ancora ma cosa in realtà cosa? E io a piangere ancora e ancora.
Alla fine gliel'ho detto.
Ha vinto lui.


Vuoto

Dopo una domenica vuota io mi sentivo dentro un vuoto totale dentro per questo mio essere non essere questo ridicolo scherzo che la natura mi ha fatto. Tanti amici, quelli del mare, tanti bambini a giocare felici mentre noi grandi parlavamo, ma di cose leggere leggere talmente leggere da non restare nella testa più dell'istante necessario a rispondere.., mentre io mi sentivo un peso dentro da volerlo vuotare con loro, che so che non mi avrebbero preso in giro, ma forse non avrebbero neanche capito fino in fondo. E allora ho lasciato che le solite amenità su come potrei migliorare il mio look mi scivolassero addosso, senza pensarci molto, senza dare troppo peso a quello che gli altri vedono. Ma stamani stamani non ce la faccio. Ho provato a guidare ad occhi chiusi per 15 secondi. Ma non è successo nulla. Ho sentito la mia idiozia per chi mi aspetta ogni sera a casa, e al tempo stesso ho sentito che neanche Dio mi voleva. Dio non vuole una persona che fa schifo come me. Dio vuole solo le persone pure e io non so neanche cosa sono. Cosa se ne fa di me? Eppure dicono che gli angeli non hanno sesso....

27 gennaio, 2007

Transgender

Non sapevo cosa volesse dire questa parola esattamente fino a che ieri sera a cena con un caro amico è saltata fuori. Per definire ME!! Non ci potevo credere, con la sua solita calma pacatissima e imperturbabile e la sua immensa pazienza lui mi ha spiegato e mi ha rassicurato che mi capisce e poi ha detto che non importa che non cambia niente per lui. Poi ha aggiunto che non ci posso fare niente e allora perchè mi ci arrovello il cervello? E' inutile. E' un dispendio di energia inutile. Ma non ho certezza che sia questo non essere da nessuna parte esattamente o essere da entrambe le parti il che è quasi la stessa cosa. Io vorrei avere certezze, avere le convinzioni di Arnold. Io vorrei davvero. E per quanto questo amico mi possa capire mi sento comunque in un mondo privo di persone. Il vuoto costante di chi sente il diverso dagli altri. Non capito. Non accettato. Soprattutto non capito.

25 gennaio, 2007

Anni di lavoro....

Anni di lavoro racchiusi in pochi documenti ..
Anni racchiusi in diversi cd che sto masterizzando e che sembrano di una lentezza esasperante..
Anni di fatica, di stress di arrabbiature, ma anche di soddisfazioni e di tanti buoni rapporti con tante persone diverse, tanti modi di lavorare e di vedere le cose.. il mio adattamento del software alle loro modalità alle loro esigenze alle loro a volte incomprensibili e tortuose procedure, a volte il software puo' assomigliare al ritratto di chi lo usa .. e allora vedi chi si arrangia, chi vuole essere pignolo, chi non gliene frega nulla chi non ha voglia di fare nulla e quindi tu scrivi migliaia di piccoli bottoncini da cliccare e che creano il mondo, con la loro soddisfazione di avere questo unico grande lavoro da fare, oppure crei un percorso tutto particolare perchè chi lo usi si senta unico e l'unico in grado di farlo.
Oppure c'e' chi vuole migliaia di report e di stampe per vedere gli stessi dati sotto mille angolature diverse, per studiarli per studiare strategie di miglioramento.
A volte mi è capitato di ricevere sinceri ringraziamenti per il lavoro svolto.
E quando altri sono contenti di qualcosa che hai alla fine creato, inventato dal niente per rendere computerizzata una procedura fino ad allora fatta a mano allora quella è davvero pura soddisfazione che dice ... allora a qualcosa questo lavoro etereo serve, questo lavoro che vive nell'iperspazio dei bit e dei bytes questo lavoro che basta niente a distruggerlo.

Ho sempre pensato che per scrivere un buon software bisogna anche essere un po' psicologi, per questo alla fine con la scelta di questo lavoro non ho poi tradito così tanto le mie vere aspirazioni dei mei lontani 19 anni.
E ancora il cd sta masterizzando ...

Fenice (sul mare)

Mi chiedono perche sono Fenicesulmare?

La fenice muore e rinasce dalle sue ceneri (anche in Harry Potter !!!).
Io muoio (tantissime volte) ma non rinasco mai come vorrei
Ma continuo a sperarci.


Sul mare perche il mare lo si vede bello calmo e magari dentro è pieno di correnti e completamente diverso
Oppure lo si vede agitato con onde scomposte senza direzione, ma dentro tutto va nella stessa direzione ..
Il mare

Il mare (come è profondo il mare ............ diceva Lucio Dalla a ragione)

24 gennaio, 2007

Il viaggio di Arnold

Ho finito di leggere anche questo libro
Un viaggio veramente difficile, più dei mille viaggi che gli eroi di tanta letteratura avventurosa o favolistica affrontavano, più coraggioso del viaggio di Omero, più dei draghi di S. Giorgio, più dei Padri Pellegrini che andavano in America, a cercare qualcosa di meglio. Piu del viaggio al centro della terra di Julius Verne, piu dell'Isola del Tesoro di Stevenson.
Più di quello più reale e disperato che al giorno d'oggi affrontano milioni di persone per cercare un futuro migliore.

Un viaggio coraggiosissimo che investe completamente una persona nel suo essere più vero e quindi nella sua parte più fragile e vulnerabile.
Io non ho questo coraggio anche perchè mi riconosco solo in parte con il protagonista.
E apparentemente nei sentimenti veri più forti posso sembrare relativamente coerente con il mio fuori.


Grazie comunque Davide , di averlo scritto.


23 gennaio, 2007

Caos calmo

Ho finito di leggere questo libro, con tanto entusiasmo nel primo centinaio di pagine e tanta delusione nelle successive. L'idea iniziale l'ho trovata interessante ma poi il racconto si è troppo intersecato in se stesso e nelle solite nevrosi maniacali del protagonista. La cosa più interessante erano le storie accessorie dei diversi personaggi che si affacciavano a parlare via via con il protagonista in particolare mi chiedo come mai nessuno si preoccupa seriamente di un bambino che dice solo numeri, contando progressivamente, senza portarlo a fare una qualche visita seria in diversi posti anche. E Francesca la nuova compagna del padre del suddetto bambino , che è evidentemente un incapace in tutto, che ogni tanto dice cose stranissime senza rendersene conto.
Ecco in un caso del genere la prima cosa che si fa direi è una risonanza magnetica al cervello per escludere qualsiasi cosa possa provocare tale comportamento. Ma nessuno ci pensa nè al bambino nè a Francesca che mi pare siano le uniche vere persone che soffrono in tutto il romanzo

Opinioni puramente personali.

22 gennaio, 2007

Incoraggiamento 3

Le ali di un gabbiano
sollevano le inquetitudini
del tuo mare
e ti portano al largo
verso il blu ....

Grazie a Christian un uomo con tanta forza dentro di sè.

Mare dentro mare fuori

A che serve parlare del mare dentro se poi quello che tutti vedono è il mare fuori?
A che serve parlare del mare dentro se tu guardi il fuori.
Il fuori ti è fondamentale.
Mille volte l'hai detto e l'hai raccontanto scambiando la mia impotenza per non accettazione di te. Scambiando il mio dolore per la mia mancanza di un fuori corretto per non accettazione di te.
Scambiando la mia non accettazione di questa incredibile assurdità di me per non accettazione di te. A che serve parlare se comunque il fuori è quello che è e nella situazione in cui mi trovo non posso decidere di cambiarlo a cuor leggero. Lo dico alle due persone più importanti della mia vita, lo metto come possibilità, ma hanno un rifiuto totale e comprensibile. Pazzia la definiscono e a volte piangono perchè si rendono conto che non scherzo.
Posso loro fare del male? Indubbiamente no.

Incoraggiamento 2

Tu, mare in tempesta
colma le tue risacche
e queta le tue onde.
Lascia che il plenilunio
ti rischiari e renda
argentei i tuoi riflessi

Christian Domenica 21 Gennaio

GRAZIE

Incoraggiamento

Rilassati.
Sei forte come il marmo.
Sei marea e presto l'acqua si cheterà.
E la tua acqua farà brillare il sole.

Christan Sabato 20 Gennaio

GRAZIE

19 gennaio, 2007

Parole

Esistono parole per comunicare. Parole che messe insieme a formare una frase fanno tanto male:
AMICIZIA NON E' POSSIBILE.
Esistono parole per offendere. Per dare una connotazione negativa a ciò che negativo non è.
... ... ...
Forse a volte il silenzio è più significativo di mille parole.
Siamo tutti diversi e i nostri cervelli diversi danno pesi e significati diversi a quello che si legge si sente si scrive. Forse in realtà comunicare attraverso le parole è davvero impossibile. Forse sono meglio i gesti. Per questo abbracciare è più importante che dire stai su per questo una carezza è meglio che dire ti voglio bene.
Però anche i gesti a volte vengono fraintesi.
Un abbraccio sembra un attacco.
E allora ognuno è davvero solo sul cuore della terra. Trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera.


18 gennaio, 2007

Che ho fatto di male?

E' tornato il buio.
Fitto.
Perchè sono qui?
Perchè sono così senza un senso logico?
Neanche Arnold nel suo viaggio mi assomiglia
Lui ha idee molto più facili da comprendere
Per tutti quelli che gli stannno intorno.
Io sono senza senso.
Senza fine.
Senza scopo.

17 gennaio, 2007

Lettera di dimissioni (dopo 17 anni)...

Dopo anni di preziosa collaborazione è giunto il momento di presentare le mie dimissioni, con dispiacere personale ma per opportunità non rifiutabili professionalmente.

Il mio rapporto di lavoro terminerà come da accordi il 31 c.m.

Rimango come da accordi a disposizione per qualsiasi vostra necessità inerente i progetti da me seguiti in questi anni.

Saluto e ringrazio tutti.


Lacrime
Lacrime
Lacrime

Lettera di Epicuro a Meneceo

Tante belle parole, alcune molto sagge. Alcune forse da prendere in considerazione
Ma in realtà trovo che manchi completamente la parte del dentro.
Cosa sentiamo VERAMENTE come si pone in questo accontentarsi e sapersi accontentare?

Sentire è molto più forte della razionalità che cerco di fare prevalere ogni giorno per sopravvivere.

Grazie comunque a Roberta che mi ha fatto riflettere.

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Meneceo,
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.
Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire.

Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla.
Pratica e medita le cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice.

Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal
sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità.
Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alladivinità. Tali giudizi, che non ascoltano le nozioni ancestrali, innate, sono opinioni false. A seconda di come si pensa che gli dei siano, possono venire da loro le più grandi sofferenze come i beni più splendidi. Ma noi sappiamo che essi sono perfettamente felici, riconoscono i loro simili, e chi non è tale lo consideranoestraneo.

Poi abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità.
Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi.
Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi.
Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive.

Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.
Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene e il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte.
Ancora peggio chi va dicendo: bello non essere mai nato, ma, nato, al più presto varcare la soglia della morte.
Se è così convinto perché non se ne va da questo mondo? Nessuno glielo vieta se è veramente il suo desiderio. Invece se lo dice così per dire fa meglio a cambiare argomento.

Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.
Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità, altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.

Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.
Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.

Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito.
Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.
E' bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.
Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire. Bisogna giudicare gli uni e gli altri in base alla considerazione degli utili e dei danni. Certe volte sperimentiamo che il bene si rivela per noi un male, invece il male un bene.

Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo.
In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile. I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.
Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.

Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero, o lo avversano, o lo interpretano male, ma quanto aiuta il corpo a non soffrire e l'animo a essere sereno.

Perché non sono di per sè stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza.
Di tutto questo, principio e bene supremo è l'intelligenza delle cose, perciò tale genere di intelligenza è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.

Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare ?
Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, come fanno alcuni, perché le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.
Piuttosto che essere schiavi del destino dei fisici, era meglio allora credere ai racconti degli dei, che almeno offrono la speranza di placarli con le preghiere, invece dell'atroce, inflessibile necessità.

La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa - la divinità non fa nulla a caso - e neppure qualcosa priva di consistenza. Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali. Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.

Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell'ansia. Vivrai invece come un dio fra gli uomini.

Non sembra più nemmeno mortale l'uomo che vive fra beni immortali .

16 gennaio, 2007

Vola leggera Fenice

Vola leggera Fenice,
sul Mare che porti anche dentro,
godi dell'immensa luminosità del cielo
e dei riflessi argentati, come del suono delle onde,
Conta i numerosi esseri che lo popolano
dai spazio a tutte le sensazioni che ti arrivano.

Così, immersa fra il mare e il cielo,
sospesa fra 2 mondi che non ti appartengono
ma di cui puoi nutrirti e per godere del bello che è in loro,
cerca il tuo approdo, la tua sponda, il tuo nido
e continua a volare sfruttando le correnti d'aria
che ti fanno volteggiare più leggera
non farti trascinare
ma inarca la schiena, piega bene le ali e guardati intorno
che tutto il creato merita di essere amato.

GRAZIE ALLA MIA ANIMA PREFERITA (27/12/2006)

Silenzio

Silenzio fuori di me
Occhi che mi guardano
Mi sfiorano e vanno avanti
Non vedono niente
Non possono vedere
Tutto quello che dentro
Lotta e grida per uscire
Io amo come non mai
Ma non vale niente
Non conta niente
Il fuori è inadatto
Sempre e comunque
Le lacrime che escono
Dai miei stanchi occhi
Non riescono a lavare il dentro
Non riescono ad essere un fiume
Che trascini via tutto
Riescono sotanto a renderlo
Più pulito più netto più chiaro
E quindi più inutile.

15 gennaio, 2007

Senza titolo

Nessuno

mi pettina bene

come il vento.



Vorrei tanto avere

la placida nudità

di un uomo.

(Alda Merini)

10 gennaio, 2007

Basta un libro?

Basta davvero il libro delle risposte?
E allora se è così facile perchè pago qualcuno che mi dica che ho perso la strada (lo sapevo) che c'e' tanta confusione dentro di me (ma va?) che devo dormire (e di nuovo non dormo più) che non sono in grado di prendere decisioni (davvero? e allora perchè ci vado? chi l'ha deciso?) che devo avere pazienza (per cosa?)
In realtà la confusione c'e' per chi non può capirmi (ma chi può alla fine se non io?)
Dentro di me non c'e' nessuna confusione
Non serve un libro delle risposte
Serve quello delle domande giuste.
Le risposte le ho.
E sono in quello che sento.

08 gennaio, 2007

La tua tristezza

La tua tristezza
la tua tristezza
che percepisco
che sento
che mi avvolge
fa molto
fa molto più male della mia
a cui ho già fatto l'abitudine

02 gennaio, 2007

Sei (.. my favourites things...)

Sei nel giallo del sole
del grano e dei fiori
Sei nel nero dei miei abiti
della notte e della paura
Sei nel grigio delle nuvole
e della pioggia leggera di primavera
Sei nel verde dell'erba di un prato
delle foglie e dei tavoli da biliardo
Sei nell'arancio di un tramonto
e nel succo di un dolce frutto
Sei nel blu del mare
del cielo e delle montagne lontane
Sei nel celeste delle note che vedo
quando sento suonare il jazz
Sei nel rosso dei papaveri
del mio sangue e della passione
Sei nel bianco della luna
della neve e di una sposa
Sei nei colori di un arcobaleno
e nella tavolozza di un pittore
Sei nelle parole di un poeta
e nel pianto di una nascita
Sei nella luce di un sorriso
e negli occhi di un bambino
Sei dentro di me sei tutto
e fuori di me sei ancora tutto
Sei nella vittoria di un atleta
e sei nella rivincita di un altro
Sei nella primavera dei germogli
dei fiori e dei colori leggeri
Sei nell'estate del mare
del sole del sale e del calore
Sei nell'autunno di foglie libere
che volano via lasciando colori di pace
Sei nell'inverno di calma e di attesa
nel calore e nell'amore di una casa.
Tu sei.





Per l’anno nuovo…


Dietro ad ogni linea d’arrivo c’è una linea di partenza.

Insisti, anche se tutti

si aspettano che tu desista.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che è in te.

Fa’ in modo che, invece di compassione, ti portino rispetto.

Quando non puoi più correre, cammina veloce.

Quando non puoi più camminare veloce, cammina.

Quando non puoi più camminare, usa il bastone.

Però non trattenerti mai!


Madre Teresa di Calcutta
(Grazie a Mattolino)

01 gennaio, 2007

Auguri

Auguri... E un bacio.
Perche non riesco a spengere
tutto l'amore che sento
non riesco con la ragione
non riesco con le pasticche
non riesco
Auguri... E un bacio.