05 agosto, 2007

12 km (che poi erano 13)

Oggi mi è venuta la splendida idea di partecipare, senza il minimo allenamento, ad una gara podistica tra i boschi degli appennini. La corsa si svolgeva su un percorso misto di 12 km, ma siccome sono riuscito ad interpretare male una freccia ho pure sbagliato strada andando a rifinire in un sentiero senza sfondo da cui sono tornato indietro..

Questa corsa in cui volevo semplicemente arrivare in fondo, l'ho vista come metafora della vita. Salite insormontabili, in cui mi sarei volentieri arreso, ma con la volontà ho obbligato tutto il mio fisico ad andare avanti.. Panorami mozzafiato in cui la chiesa da cui eri partito diventa un puntino lontano e ti rendi conto di qunto in alto si possa salire. Panorami in cui vedi cose di cui non immaginavi l'esistenza... Discese apparentemente facili, ma piene di pietre su cui ti puoi sfracellare più facilmente prendendo troppa velocità.. Pianure rilassanti... Fonti dove rinfrescarsi.. Sole che brucia, quando di solito per te è amico, ombra che rinfresca quando di solito per te è nemica... la normalità delle cose rovesciata.. e tu che arranchi per arrivare in fondo. Perchè se tutto il corpo grida di fermarsi, la mente non si arrende e vuole andare avanti avanti... incoraggiamenti di persone mai viste.. ma che sembrano almeno lì per lì utili... la strada che a volte sembra quella giusta, ma poi si deve avere la forza di tornare indietro, di ammettere lo sbaglio.. il fosso da guadare che non trovi subito il punto e pensi di nuovo ad un errore.. girare intorno al lago con i pescatori placidi che invidio per la pazienza... passare accanto alla chiesa medioevale... e di nuovo nel bosco.. e poi alla fine, l'arrivo!! Con la forza di essere arrivato in fondo. Senza arrendersi.


Perchè è facile per la mente imporre qualcosa ad ogni muscolo del corpo e rimane impresa impossibile imporre qualcosa a quel muscolo involontario chiamato CUORE??