Insonnia
Non sopporto non saper dormire. Ho dato retta al medico. Ho preso il necessario. Come da settimane. Ma oggi no. Non sembra funzionare. Non funziona. Pensieri e sensazioni troppo forti. Vincono sulla chimica semplice. Non sopporto. Mi giro. Mi rigiro. Sento il tic tac di tutti gli orologi. Della casa. Del mondo. Che mi dicono che il tempo va lento. Che mi dicono come lenta sarà anche domani la mia sofferenza. Che mi dicono del tempo infinito per pensare. Del tempo infinito per sentire. TIC TAC. I pensieri rimbalzano. Tra le pareti della testa. Che vorrei scoppiasse. Che vorrei scoppiasse eliminando tutto. Rimanesse solo un vuoto. Il cervello è come in corto circuito. Mi immagino impulsi elettrici impazziti che viaggiano su binari casuali nella mia testa. Basta. Mi alzo. Scendo. Un bicchiere d'acqua. Anzi due. Torno. Mi sistemo. La posizione sembra comoda. Mi sembra possibile dormire. Chiudo gli occhi. Ma l'onda arriva. Il panico. Il panico del domani. Apro gli occhi. La posizione che sembrava comoda è addirittura insopportabile. Mi giro e mi rigiro. Accendo la luce. Guardo l'orologio. Le 2 e 37. Non un numero magico. Un numero qualsiasi. Prendo la penna e comicio a scrivere. Questo. Niente computer ora. Devo scrivere. La penna scorre raccontandomi. VOGLIO dormire. Panico. Panico assoluto. Non voglio passare un altro giorno così. Non un altro Natale. Se poi penso ad un'altra estate come quella passata, allora non respiro. Consapevole. Di non poter fare niente. Niente è da me controllabile. Niente. Non voglio neanche fare niente che possa fare bene a me ma male ad altri. Giro lo sguardo. Nella testa. Ovunque. Tu. Non posso scappare. Più scappo e più ti corro incontro. Mi immobilizzo. Sinapsi impazzite. Ancora tu. Ti vorrei qui. Ora. Subito. Adesso. Ti abbraccerei. Ti bacerei come non ho potuto mai fare. Ti stringerei fino a farti male. Per il male che sento ora. Non posso fare niente. Non ho niente di giusto. Non ho neanche niente di sbagliato (forse). Il fuori non va. Il dentro impazzisce. Tic tac. Spengo la luce. Mi giro e mi rigiro.