Sogno
Devo andare via. Devo sparire, ma non voglio. Sono seduto in un aula di scuola. Vuota, nei banchi in fondo. Sto colorando. Sto cercando di capire perchè scrivo e cosa. Lui mi guarda e mi abbraccia. Non vuole che vada. Ma non è una scelta mia. Io non ho mai scelto.
Vado dall'altra parte della classe, c'e' un sacchettino di plastica, bianco, sgualcito, stropicciato, con quasi niente dentro.
Lo apro ci sono dei cd. Non mi interessano li posso lasciare e poi ci sono quattro foto.
Quelle no, le devo portare via. Non ne ho altro che una copia. C'e' una foto della casa di mia nonna. C'e' una foto di Giorgino (il mio primo gatto), c'e' una foto di un bambino con la barba che forse è mio fratello e c'e' una foto mia, di quando avevo quattro anni e ridevo.
Prendevo questa foto e gliela mostro e dico: anche io sono stato un bambino e questo bambino è ancora dentro di me. Non posso distruggerlo. Esistono tante cose di me che non sai e che non vuoi sapere. E questo bambino è una. Guardalo. Non è un bambino come tutti? Cosa ha di diverso che non va bene? Vedi, ride pure.
Poi riprendo a disegnare e a colorare sl mio foglio, con i pennarelli.
Perchè in questo colori devo scrivere cosa mi mancherà di più. Ed io lo so, che cosa. Ma non lo posso scrivere. Lo leggerebbero tutti.
E allora scrivo stupidaggini buone per tutti.